Le Memorie del Trauma
Tra autobiografia e autoregolazione

Il trauma fa parte della vita e molto spesso le persone restano prigioniere della paura e del senso di impotenza. Non è la grandezza dell’evento traumatico ad essere rilevante, ma il significato che la persona attribuisce. Le tracce delle memorie traumatiche non seguono una narrativa logica e coerente, ma si presentano come frammenti sensoriali ed emotivi. Avviene così che una risposta fisiologica a una situazione dolorosa o minacciosa resta intrappolata nel corpo: l’organismo reagisce con l’impotenza e la paralisi, e all’interno dell’individuo si inscrive quel ricordo traumatico non elaborato che continuerà a ripresentare il conto per il resto della vita.

Gli strumenti di lavoro sul trauma indagano nella storia personale (spesso transgenerazionale) del cliente, per individuare gli schemi che in passato sono stati adattativi e aiutare la persona a stabilire una connessione con le parti di sé organizzate e funzionali, diventando consapevole di quelle disorganizzate e disfunzionali.

Come una ferita, il trauma può essere trasformato e guarito. Per lavorare sui traumi da shock e dell’età evolutiva sarà necessario riconoscere i sintomi del trauma transgenerazionale, osservare le tracce somatiche e favorire la conclusione di una risposta biologica (attacco/fuga o immobilità) rimasta incompleta, senza esserne sopraffatti. Si potrà imparare ad ascoltare la storia che il corpo narra grazie ha una maggiore confidenza con le sensazioni corporee sia del terapeuta che del cliente.

La didattica è impostata allo scopo di sviluppare le conoscenze e le capacità dell’osservare e seguire le tracce dei cambiamenti posturali, facciali (emotivi) e fisiologici al fine di riadattarsi all’ambiente nel qui ed ora. Durante la sperimentazione pratica sarà possibile affrontare temi attuali dei partecipanti.

Nella formazione, attraverso lo studio di casi clinici, verranno fornite le basi teoriche e tecniche necessarie ad accompagnare i clienti alla scoperta di nuove risorse e ripristinare un senso di sicurezza. I partecipanti potranno acquisire buone pratiche attraverso gli strumenti che consentiranno l’utilizzo della metodologia per mezzo di genosociogramma; elementi della teoria polivagale; visualizzazioni guidate.

Il training è strutturato in tre moduli di 3 giorni ciascuno (venerdì, sabato e domenica), per un totale di 60 ore di formazione.

Allo scopo di offrire un servizio qualitativamente adeguato alle aspettative, il numero dei partecipanti prevede un massimo di 18 persone.

Verrà insegnato come proporre e inserire questa metodologia all’interno delle proprie sessioni di lavoro e come accompagnare il cliente nella esplorazione e rinegoziazione dell’evento traumatico. È prevista, qualora richiesta, la possibilità di tutoring post-training per l’applicazione della metodologia nei contesti di lavoro dei partecipanti.

Il corso sarà guidato dalle dott.sse M. Marianella – E. Fazio